Lo studio critico del sigillo, sotto l’aspetto diplomatico, storico, giuridico, incomincia nel secolo XVII e si sviluppa ed assurge a carattere e a dignità scientifica dal XVIII secolo in poi. L’idea alla base della sua invenzione è piuttosto semplice: incidere su una materia dura, come la pietra o il metallo, un insieme di segni che identificano in modo univoco una persona fisica o morale, originando così la matrice, cioè uno strumento che, impresso su materia molle come l’argilla o la cera, consenta di ripetere a piacere in modo sempre identico, quell’insieme di segni che identificano il suo possessore.
La Sezione di Archivio di Stato di Camerino possiede un nutrito gruppo di sigilli (dei secc. XV-XVIII) provenienti dai fondi del Comunale di Camerino, Comunale di Camporotondo e dal fondo IPAB (Istituti di Pubblica Assistenza e Beneficenza) di Camerino. La loro eterogeneità ci permette di conoscere le diverse tipologie, sia del materiale (cera, piombo, carta) che dei documenti e delle personalità alle quali appartengono (papi, imperatori etc.).
Pezzo forte della collezione camerte è infatti un sigillo di grande formato (diametro 13 cm) in cera vergine, rotondo, pendente tramite fili di seta fittamente intrecciati tra loro, appartenente all’imperatore Federico III e raffigurante la sua immagine in trono e quella dell’aquila bicefala del suo stemma. Il documento al quale appartiene, datato 15 gennaio 1469, è il riconoscimento, la conferma ed il rinnovo dei privilegi goduti ab immemorabili dal comune di Camporotondo (SASC, Comunale di Camporotondo, Perg. XI).
I sigilli esposti saranno visibili dal 2 novembre e sino a fine mese, durante il consueto orario di apertura al pubblico.